Individuazione del reticolo idrico minore (RIM): criteri e
indirizzi per i Comuni
(tratto dal
geoportale di Regione Lombardia)
Regione Lombardia ha delegato fin dal 2001 ai
Comuni le funzioni di Autorità idraulica sui corsi d'acqua del
reticolo idrico minore (RIM). I Comuni hanno quindi la
responsabilità di identificare i reticolo di propria competenza,
effettuare la manutenzione sullo stesso e applicare i canoni per
l'occupazione delle aree demaniali. I Comuni possono avvalersi dei
Consorzi di bonifica o delle Comunità montane sia per
l'identificazione del RIM sia per una corretta gestione del reticolo
attraverso convenzionamenti specifici.
Regione Lombardia fornisce criteri ed indirizzi per la definizione del
RIM, per la redazione del Documento di polizia idraulica (DPI) e per lo
svolgimento dell'attività di polizia idraulica.
L'individuazione cartografica del RIM deve avvenire partendo dal
reticolo idrico master, messo a disposizione da Regione Lombardia
individuando eventuali nuovi tratti di corsi d'acqua o modificando
quelli già esistenti. Il reticolo idrico master comprende:
- il reticolo idrico principale di competenza regionale (RIP)
- il reticolo idrico di competenza dei Consorzi di bonifica (RIB)
- l'idrografia del Database Topografico Regionale (DBTR)
- il reticolo digitalizzato della Carta tecnica regionale in scala
1:10.000.
L'individuazione
cartografica del reticolo idrico minore è soggetta come tutto il
DPI a parere tecnico vincolante da parte dell'Ufficio Territoriale
Regionale (UTR). Oltre la completezza della documentazione informatica,
il parere riguarda la coerenza dei file cartografici rispetto al
reticolo idrico master e la rispondenza dei file alle specifiche
tecniche e allo schema fisico.
La
normativa di riferimento è: il regio decreto n. 523 del 25
luglio 1904, la legge regionale n. 4 del 15 marzo 2016, la delibera n.
4229 del 23 ottobre 2015, modificata ed integrata dalla delibera n.
4439 del 30 novembre 2015 e dal decreto n. 13807 del 22 dicembre 2016.
Individuazione
del reticolo idrico minore (RIM)
Per
l'individuazione del RIM il Comune deve effettuare la ricognizione del
reticolo idrico superficiale presente nel territorio comunale per
identificare i corsi d’acqua presenti. In generale, appartengono
al reticolo idrico superficiale i canali e i corsi d’acqua
rappresentati nelle carte catastali o nelle cartografie ufficiali,
anche non più attivi. Una volta effettuata la ricognizione
è necessario classificare i canali e corsi d’acqua in:
Naturali:
- i corsi
d’acqua iscritti negli elenchi delle acque pubbliche
- i corsi
d'acqua di origine naturale estesi verso monte fino alle sorgenti,
anche se - interessati da opere ed interventi di sistemazione
idraulica.
Artificiali:
- i canali di bonifica realizzati dalla pubblica amministrazione
direttamente o mediante i Consorzi di bonifica
- i canali realizzati come opere idrauliche dalla pubblica
amministrazione o con finanziamenti pubblici
- tutti gli altri canali da individuare come demaniali in base ad una
specifica disposizione normativa
- canali privati.
Per garantire una
corretta ricognizione e classificazione dei corsi d’acqua,
è necessario operare in stretto raccordo con i Consorzi di
bonifica. Sulla base della classificazione effettuata, il RIM risulta
essere composto da tutti i corsi d'acqua che non appartengono al RIP,
al RIB e che non sono canali privati. L’esclusione di corsi
d’acqua dal RIM deve essere adeguatamente motivata nel Documento
di polizia idraulica.
Documento di polizia idraulica (DPI)
I Comuni devono consegnare all'UTR competente gli
elaborati del Documento di polizia idraulica sia in formato cartaceo
sia in formato digitale per integrare la cartografia dei reticoli
idrici dei Comuni nel Sistema Informativo Territoriale (SIT), per
ottenere una banca dati centralizzata ricca di informazioni utili.
La consegna del DPI in formato digitale deve essere composta da:
scheda dei dati di riferimento del DPI, un elenco ed una descrizione
dei file allegati
file in formato pdf contenenti gli elaborati che costituiscono il DPI:
elaborato cartografico, relazione tecnica, elaborato normativo
file costituenti la banca dati geografica “Reticolo Idrico
Minore" (RIM) in formato shapefile.
L’elaborato cartografico deve essere
predisposto in formato digitale secondo le seguenti indicazioni:
- il sistema di coordinate per l’acquisizione delle componenti
cartografiche deve essere nella proiezione UTM32_WGS84
- la base cartografica di partenza è il Reticolo Idrografico
Regionale Unificato (RIRU)
- l'individuazione cartografica del RIM deve avvenire partendo dal
reticolo idrico master.
Presentazione del DPI
Il Documento di polizia idraulica deve essere
sottoposto a Regione Lombardia per un parere tecnico vincolante prima
della sua approvazione. Dopo l'adozione del Documento di polizia
idraulica, il Comune invia istanza di parere all’UTR di
competenza, allegando la documentazione in duplice copia cartacea e in
copia digitale (attraverso l'applicativo RIMWEB) degli shapefile:
reticolo idrico minore, aree tra sponde dei corpi idrici, argini e
fasce di rispetto.
Ricevuto il parere positivo regionale, il Comune provvede a:
- approvare in Consiglio comunale il Documento di polizia idraulica
- caricare entro 60 giorni dall’approvazione
sull’applicativo RIMWEB la parte documentale mancante (file in
formato pdf) e la parte relativa alle informazioni
sull’approvazione (comprensiva di copia della delibera di
approvazione).
- Il Documento di polizia idraulica deve essere recepito nel Documento
di Piano che nel Piano delle Regole del Piano di Governo del Territorio
(PGT).
Prima della consegna ufficiale, il Comune può chiedere un
controllo preventivo degli shapefile del RIM, delle aree tra sponde dei
corpi idrici, degli argini e delle fasce di rispetto per verificarne la
conformità rispetto agli standard descritti nelle "Linee guida
per la digitalizzazione del reticolo idrico minore".
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